Terre rare, l’idea di un gruppo di docenti italiani: "Non servono nuovi giacimenti, sostituiamole con materiali più sostenibili"
Terre rare, l’idea di un gruppo di docenti italiani: "Non servono nuovi giacimenti, sostituiamole con materiali più sostenibili"
Con l'aiuto di un algoritmo, la Fondazione Rara spera di trovare nuovi materiali alternativi
Sono state definite l’"elefante nella stanza" della transizione ecologica e da qualche anno sono diventate uno dei beni più contesi di tutto il mondo. Si tratta delle materie prime critiche, ossia di tutti quei metalli e altri materiali che vengono considerati fondamentali per compiere il passaggio a un’economia più sostenibile. Ma che allo stesso tempo – per ragioni geologiche, storiche e politiche – oggi sono distribuite in modo molto diseguale sul pianeta.
Tra questi materiali ci sono anche le terre rare, un gruppo di 17 elementi della tavola periodica dagli usi più disparati: auto elettriche, fibre ottiche, turbine delle pale eoliche.
L’accesso alle terre rare, così come al resto dei materiali critici, si scontra principalmente con due problemi.
- Primo: la Cina controlla la stragrande maggioranza della distribuzione globale.
- Secondo: l’estrazione di terre rare è un processo inquinante e molto costoso.
Come se ne esce? Una possibile soluzione potrebbe arrivare dalla Fondazione Rara Ets, una no-profit fondata da alcuni professori dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. ... continua a leggere